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Recensione Baladin Amber “Kit”, 8 mesi dopo…

Sono passati 8 mesi da quando effettuai questa cotta, e come promesso, dopo il “giusto” periodo d’invecchiamento, torno a parlarne.

Premetto, che come avevo anticipato nella prima parte del post (quello sulla cotta..), il kit è stato eseguito seguendo scrupolosamente la ricetta allegata, sia durante la cotta che durante la fermentazione, durante la quale ho rispettato le temperature indicate e i tempi di lagerizzazione.

Le uniche differenze che ho apportato alla ricetta allegata al kit, sono state nei dosaggi iniziali dell’acqua, che sono stati adattati ad una cotta eseguita in single vessel con il mio impianto, e nella quantità di lievito inoculato, dato che una sola bustina per una simile OG, a mio parere è decisamente “underpitching”.

Durante la cotta, avevo centrato abbastanza bene la OG, ottenendo un’efficienza di qualche punto più elevata di quella prevista, e arrivando ad una OG do 1074 punti invece dei 1072 indicati in ricetta, ma non credo che quei 2 “punticini” possano stravolgere il risultato; e le 2 bustine di US-05 inoculate hanno fatto il loro lavoro, attenuando il mosto sino a 1018 di FG.

Il lievito ha lavorato costantemente a 17°C (quindi nel limite basso del suo range), la fermentazione primaria è durata 6 giorni, poi il mosto ha subito un travaso e una settimana di dry hopping con il luppolo allegato al kit, successivamente, come previsto in ricetta, ho estratto i luppoli utilizzati nel dry hopping, e ho lagerizzato  il fermentatore a 2°C per 4 settimane.

Finito questo periodo, ho imbottigliato con un priming effettuato con 125 gr comune zucchero, calibrato per ottenere 2,5 volumi, secondo me, un valore abbastanza “in stile” con le american amber ale.

Poi ho scordato le bottiglie in cantina per circa 6 mesi…

Ora le sto aprendo, e francamente: ne sono assolutamente soddisfatto…

Ma vediamo dopo cosi tanta dedizione, cosa è saltato fuori da quella scatola…

La prima cosa che salta all’occhio è il colore, e quello l’ho preso!

La birra ottenuta è di un bellissimo rosso ambra, la schiuma risulta essere piuttosto fine e molto persistente, alla sua sommità si forma un cappello denso e pannoso, quasi “solido” al tatto, sicuramente è una delle più belle schiume che ho ottenuto in più di un decennio di homebrewing.

Il prodotto finale risulta limpido e pulito, la lagerizzazione l’ha affinato parecchio, e l’US-05 si è praticamente “schiantato sul fondo delle bottiglie”, formando uno strato compatto, non c’è dubbio che il kit e la ricetta, a livello “visivo” appagano.

All’assaggio, risaltano intensi i sapori del malto, la base di malto pilsner la rende “pulita” e “beverina” nonostante il considerevole grado alcolico, e data l’elevata percentuale di malti “aromatic”e “crystal” presenti in ricetta, seguono i più complessi sapori di caramello, crosta di pane, nocciole tostate e tofee, ben bilanciati da una luppolatura, che a un mio primo giudizio mi pareva “leggerina”, e che invece si dimostra azzeccata, forse, nella ricetta rivedrei il dry hopping, magari calcando la mano con le quantità (a me, il profumo di luppolo piace a prescindere..), o magari usando un prodotto diverso, come la luppolina che ultimamente sta spopolando; ben dosate sono anche le spezie, che donano all’insieme un’accentuato retrogusto agrumato, che si ritrova benissimo con le note floreali e agrumate infuse dall’abbondante uso di luppolo amarillo, un’immancabile classico nelle american ale.

Quindi, sono soddisfatto di questo kit?

Tutto sommato si; per riuscire bene pretende una “buona” attrezzatura, sia per la sua cottura che per la fermentazione, sconsigliato a chi si cimenta per le prima volta con una All Grain, da provare per chi ha più dimestichezza ( e una buona camera di fermentazione..), da questa ricetta e questo kit, se eseguito con attenzione, otterremo una birra “complessa&strutturata“, che merita almeno 6 mesi di invecchiamento…

Si, questo kit mi ha decisamente soddisfatto, l’ho trovato divertente da fare, accurato nelle procedure, ben bilanciato nelle sue proporzioni, seguendo la ricetta il risultato “arriva”, ma elenchiamo quello che mi è piaciuto e quello che secondo me è da rivedere…

Cosa mi è piaciuto:

  • Packaging bello e ben fatto, tutto è ben confezionato, ben ordinato, ben indicato e/o etichettato
  • Ricetta dettagliata, dal mash-in all’imbottigliamento ogni passaggio è ben spiegato, ogni temperatura, sia essa di cottura o di fermentazione è indicata
  • Il risultato finale: una birra “bella da guardare” ma sopratutto “buona da bere”, non la solita “birra anonima da kit”, ma un prodotto maturo, dotato di una sua personalità, che poi può piacere o meno, ma che è innegabile…

Se proprio devo esprimere delle critiche, le uniche note dolenti che mi sovvengono, possono esssere:

  • Lievito allegato (Safale US-05) insufficiente, o quantomeno “pochino”, una seconda bustina darebbe all’insieme più “credibilità”
  • Luppolatura dry hopping da rivedere, o quantomeno da ricalibrare
  • Prezzo elevato

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2 comments on “Recensione Baladin Amber “Kit”, 8 mesi dopo…

  1. Ciao,
    dato il crash cooling (tra l’altro bello lungo) hai usato lievito aggiuntivo per la rifermentazione in bottiglia?
    Carlo

    • Francamente no…
      L’US-05 non mi ha mai dato problemi di ri-fermentazione, e anche questa volta non mi ha deluso…

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