Il Capodei Cattivi

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Il quadro di controllo 2, il collaudo…

collaudo-del-nuovo-quadro-di-controlloEd eccoci alla parte pratica; il collaudo è stato effettuato  in modo molto semplice: mettendo dell’acqua nella pentola, e provando a simulare un target di temperatura, ma vediamolo un po’ più nel dettaglio…

Nella pentola, sono stati immessi 18 litri di acqua, che equivalgono (più o meno..) alla quantità d’acqua iniziale di un mio mash-tipo, ovviamente ho posizionato la sonda termica e ho avviato la caldaia.

Mi ero proposto di raggiungere un target di 65° con buona precisione, e con il maggior controllo possibile sulle inerzie termiche, e di riuscire a farlo mantenere in modo autonomo al sensore di temperatura, che ha un ritardo di intervento compreso  tra +/-0,3 , che è un valore ben più che accettabile in ambito di birrificazione casalinga

Nella prova “bagnata” l’obbiettivo è stato raggiunto in modo semplice e senza grosse difficoltà, ma bando ai preamboli, e vediamo come:

All’avviamento della caldaia, ho controllato sul multimetro che i valori di potenza e di assorbimento di corrente fossero massimi e poi ho programmato il termostato, non ho impostato il valore target (65°C) nell’STC, dato che la lunga rampa di funzionamento delle resistenze le avrebbe sicuramente portate ad una temperatura molto elevata, ma ho impostato una temperatura di poco inferiore (64C°), che una volta raggiunta, grazie alla sicura deriva termica, mi avrebbe dovuto portare a 65° senza alcun problema.

Faccio una piccola divagazione, ma bisogna considerare che l’inerzia termica dell’acqua è parecchio inferiore a quella del mosto (molto più denso..), quindi questo valore da impostare deve essere più basso durante le rampe del mash , personalmente, lo imposto 5°C in meno del target; questo valore è stato ricavato da semplici osservazioni fatte in precedenza, da cui ho potuto ricavare alcune linee di principio:

-l’acqua ha un’inerzia termica decisamente inferiore al mosto

-quando nella caldaia è presente la massa metallica di un cestello di acciaio inox pieno di grani di malto, l’inerzia termica può diventare dannatamente elevata

esplicativo-quadro-di-controlloLa mia supposizione iniziale, è stata confutata quando la temperatura ha raggiunto i 64°C, il termostato ha staccato l’alimentazione, e la temperatura dell’acqua, grazie all’inerzia termica ha continuato a crescere, e ha raggiunto felicemente il target di 65°, superandolo lievemente, e attestandosi a 65,1°C.

A questo punto, ho reimpostato la temperatura dell’STC-1000, portandola a 65°, cioè quella nominale del target, ora dovevo solo aspettare che la temperatura incominciasse a calare e che raggiungesse il limite basso (-0,3°C dal target) e che il termostato riavviasse il ciclo di riscaldamento, cosa che è avvenuta da li a poco, e al riavvio della caldaia, grazie al “regolatore SCR” e al multimetro installato sul quadro di controllo, ho abbassato la potenza erogata dalla resistenza, limitandola ad un valore di circa 600W.

Questa bassa potenza erogata è stata sufficiente a far risalire la temperatura al target di 65°C in pochi secondi, ma dato che è stata espressa su una superfice radiante piuttosto ampia (l’intera superfice delle resistenze da 2,5Kw…), non è stata in grado di indurre una inerzia termica rilevante, permettendo cosi alla combinazione del  termostato e del regolatore SCR un controllo micrometrico sulle temperature e sulle inerzie generate.

Il loro uso corretto (del regolatore e del termostato..), e quindi dei risultati che ne derivano, ovviamente non può prescindere da una buona conoscenza del proprio impianto, ma posso assicurare che con alcune piccole accortezze l’intero processo risulta semplice ed efficace.

A breve, sperimenterò questo upgrade direttamente “sul campo” in una cotta reale (Una di quelle di cui parlo qui..), in modo da dedurne dei valori di potenza applicabili in relazione alle inerzie che si genereranno, e magari, potrò proporvi un grafico e dei dati un po’ più precisi..

P.S.

Ho filmato il tutto, e appena avrò finito di editare decentemente, e di caricare i file, aggiornerò la pagina con alcuni video.

Ecco il video:

E qui potete trovare la “cronaca della cotta” effettuata con l’utilizzo di questa ultima modifica.

 

 

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8 comments on “Il quadro di controllo 2, il collaudo…

    • Il multimetro è collegato “in serie” alla linea che va ad alimentare la caldaia, dato che deve rilevare la potenza assorbita dalla stessa, se mi spieghi meglio come lo hai collegato (e che tipo di multimetro hai tu a disposizione, dato che a quanto pare amazon ne spedisce più di un modello..), o quali sono le tue difficoltà, cercherò di spiegarti meglio, o quantomeno di darti una mano…

  1. Non ancora assemblo il tutto ehehe…. il multimetro è quello del suo link su Amazon kkmoon con 4 morsetti , di cui 2 occupati dal toroide… nei due morsetti liberi arrivo con la linea giusto?

    • Prima del tutto: dammi del tu, altrimenti mi fai sentire più vecchio di quello che sono ?.
      Detto questo, il mio non ha il toroide, ho sentito che ora commercializzano quello con questo sistema di rilevamento dell’induttanza, lo hai già a casa?
      Se si, dovrebbe essere allegato uno schemino, mandamelo e ti faccio un disegno preciso di come collegarlo, se invece non lo hai ancora comprato, ti do il link di quello senza toroide, che è un pochino più economico ma più semplice da collegare.

  2. Top! Grazie ancora…. sto aspettando ancora il cestello…. nel frattempo provo ad assemblare il quadro di controllo

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